Devil May Cry è una delle saghe videoludiche che preferisco, quasi tutte citate almeno una volta in questo blog. In particolare, su questa mi sono soffermato nel secondo post, Dualismo, a proposito della caratterizzazione del suo protagonista, Dante. Si tratta inoltre di una saga che mi ha accompagnato nel corso dell'adolescenza, alla quale devo impostazioni mentali, paradigmi narrativi ed estetici, e tanti bei ricordi. È di essa che parlerà il primo post dell'Anima del Mostro interamente di argomento videoludico.
Devil May Cry (デビルメイクライ Debiru Mei Kurai), il cui primo titolo, ideato e diretto da Hideki Kamiya e prodotto da Capcom, risale al 2001, è uno degli eredi più felici nel XXI secolo della lunga epopea del genere gotico, nella sua particolare veste orientata alle storie dei demoni e all'esoterismo, e allo stesso tempo un originale inno all'estetismo moderno, fatto di personaggi, frasi e situazioni "stilosi", con sequenze acrobatiche tra il sommamente spettacolare e il sommamente improbabile e un tono della narrazione, a partire dal terzo capitolo e ancora di più nel quarto, che anche nelle situazioni più gravi non cessa di essere scanzonato e irriverente.
La maggior parte dei nomi, dei personaggi e degli elementi scenici di Devil May Cry affonda le sue origini nella letteratura e nella cultura occidentale, mista ad alcuni elementi nipponici. La base principale, come si evince dal primissimo impatto, è la Divina Commedia, e più strettamente (ma non solamente) l'Inferno. Si fa sentire anche il Paradiso Perduto, mentre quasi tutti i nemici hanno caratteristiche, o almeno nomi, derivanti dalla maggior parte delle mitologie e letterature antiche. Analizzare per filo e per segno l'origine di ogni elemento di gioco è un compito affascinante che mi riprometto di svolgere, ma che richiederà tempo, materiali, e probabilmente una rigiocata. Nel frattempo, dato che una simile analisi, specie per chi non avesse la minima idea riguardo al contenuto del gioco, sarebbe difficile da seguire e di scarso interesse, servirò come antipasto un'idea avuta da poco e che mi stuzzica grandemente: trovare una corrispondenza per le ventidue figure degli Arcani maggiori dei Tarocchi all'interno dei quattro capitoli della saga. Sarà anche un modo originale per introdurre l'argomento Tarocchi, una recente curiosità divenuta importante per i miei progetti.
La saga Devil May Cry è costituita da quattro capitoli videoludici, una serie animata, un manga mai terminato e un romanzo. A questi si aggiunge un quinto videogioco, reboot della saga, DmC: Devil May Cry. È un gioco affascinante da molti punti di vista, ma che non terrò in considerazione nel parlare della saga originale, trattandolo, probabilmente, in un suo spazio in futuro. Questo post si soffermerà esclusivamente sui primi quattro giochi e sull'anime.
I Tarocchi, dovete sapere, variano molto in base ai vari mazzi di carte elaborati nel corso dei secoli, ma generalmente sono costituiti da 78 carte, divise in 56 Arcani minori e 22 Arcani maggiori. Gli Arcani minori sono divisi in quattro serie da quattordici, ciascuna delle quali associata a un seme, i classici bastone, spada, oro (più anticamente pentacolo) e coppa. Ogni serie ha dieci carte "numeriche" e quattro carte che raffigurano paggio, cavaliere, regina e re. Da queste derivano le carte siciliane e francesi comunemente utilizzate in quei giochi di società o d'azzardo che ho sempre aborrito, da svolgere coi parenti a Natale e a Capodanno, o insieme ai propri coetanei se si è vecchi e non si ha nulla di meglio da fare.
Gli Arcani maggiori sono costituiti da una serie di 21 carte:
I: Il Bagatto XII: L'Appeso
II: La Papessa XIII: La Morte (spesso detta solo "Il Tredici")
III: L'Imperatrice XIV: La Temperanza
IV: L'Imperatore XV: Il Diavolo
V: Il Papa XVI: La Torre
VI: Gli Amanti XVII: La Stella
VII: Il Carro XVIII: La Luna
VIII: La Giustizia XIX: Il Sole
IX: L'Eremita XX: Il Giudizio
X: La Ruota XXI: Il Mondo
XI: La Forza
A questi si aggiunge la carta del Matto.
Perché i paragrafi sui singoli personaggi affidati alle carte non risultino incomprensibili, anche perché privi di uno sfondo in cui rientrare, racconterò prima la storia di Dante e di Devil May Cry, passando poi per il modo in cui nella saga compaiano anche gli Arcani minori, giungendo infine alle figure degli Arcani maggiori.

Durante la loro infanzia, la loro casa viene attaccata da demoni provenienti da un altro mondo; Dante e Vergil si salvano, ma Eva soccombe. Questo avvenimento segna per sempre la vita dei due fratelli, in maniera specularmente opposta: Dante, mosso dall'odio verso i demoni, consacra la propria vita al loro sterminio, scegliendo la strada del mercenario e fondando un'agenzia specializzata nei casi demoniaci (attenendosi sempre alla propria regola di non uccidere esseri umani), mentre Vergil, affascinato dal potere dei demoni e dalle storie su Sparda, persegue un cammino volto all'acquisire quanto più potere possibile.
Dei quattro capitoli di Devil May Cry, il secondo è sequel del primo e cronologicamente l'ultimo fino ad oggi, il terzo è un prequel, mentre il quarto si pone tra il primo e il secondo. La serie anime, ancora, si pone tra il primo e il quarto. L'ordine narrativo, per semplificare, è: Devil May Cry 3, Devil May Cry, Devil May Cry (anime), Devil May Cry 4, Devil May Cry 2.
Dante ha ereditato dal padre i capelli bianchi e le doti fisiche: solleva corpi pesanti, maneggiando spadoni a due mani con una mano sola, si muove a velocità tale da scomparire se lo desidera e sopravvive a qualunque genere di ferita, inclusi proiettili nel cranio e il venire impalato sei volte nel corso della saga, cinque delle quali con la propria spada; usa egregiamente qualunque arma, o anche la loro mancanza, risultando in grado di uccidere i demoni anche servendosi di oggetti comuni come palle la biliardo e ventilatori. E diviene ancora più potente nella sua forma demoniaca, utilizzando l'abilità, entrata nel gergo videoludico, del Devil Trigger. In quanto mezzo demone, Dante ha tanto un aspetto umano quanto uno non umano; quest'ultimo cambia da un capitolo all'altro, varia in base all'arma demoniaca impiegata (Devil May Cry, due forme demoniache più quella di Sparda se in possesso della sua spada, Devil May Cry 3, ben cinque forme), si mantiene la stessa (Devil May Cry 2 e 4) o ancora muta in situazioni particolari (sempre in Devil May Cry 2, se attivato il Devil Trigger con la barra della vita quasi nulla, Dante accade alla Majin Form, una forma molto più potente dell'altra e descritta come l'aspetto demoniaco definitivo di Dante, anche perché simile a quello di Sparda).

Le caratteristiche per le quali Dante è immediatamente riconoscibile sono il lungo cappotto rosso, i capelli bianchi, una pesante spada brandita o portata sulla schiena e una coppia di pistole semiautomatiche. Il rosso, nel simbolismo giapponese, rappresenta lo spirito ed è spesso il colore dell'eroe: ciò distingue Dante dal tipico eroe gotico vestito di nero, e gli dà una valenza più positiva. I capelli bianchi, per quanto non vi sia un'effettiva spiegazione, sono un tratto ricorrente nei personaggi fittizi giapponesi, spesso conferendo anch'essi un'aura sacra a chi li porta (Dante risulta averli fin dalla nascita, sono un tratto comune col fratello e il padre). Nel primo capitolo Dante inizia l'avventura con una spada di nome Force Edge, che si rivelerà essere la spada demoniaca Sparda, ma da un certo punto in poi appare stabilmente con la spada del fulmine Alastor. In Devil May Cry 2 ha una nuova spada, Rebellion, che riappare in ogni episodio come spada principale di Dante, divenendo iconica, anche per il fascino della caratteristica guardia a forma di teschio, cui appaiono due corna quando Dante diviene demone.


Ho detto che nella saga sono presenti gli Arcani minori.
In Devil May Cry 2, ambientato a Dumary Island, Dante deve recuperare i quattro leggendari Arcana, che tengono segregato il signore dell'inferno Argosax e che Arius, capo di una impresa multinazionale, intende usare per ottenere il potete di Argosax e divenire immortale.
Gli Arcana corrispondono ai quattro semi degli Arcani minori: un bastone, una coppa, una moneta e una spada.
E veniamo finalmente agli Arcani maggiori.
Il Matto: Jester/Arkham

I Il Bagatto: Sid

Sid è un demone, ma scorrazza per il mondo degli umani con sembianze simili alle loro, per quanto ripugnanti. Solo nel penultimo episodio, senza tuttavia mostrare il suo vero aspetto, rivela di aver adoperato pelli di esseri umani come travestimento, cosa impossibile per demoni più potenti, ma non per uno misero e debole come lui. Nello stesso episodio, rivela come molti degli eventi accaduti nel corso della serie siano stati frutto delle sue macchinazioni, volte a radunare gli ingredienti necessari a svolgere il rituale con cui ottenere i poteri di Abigail, un antico e potentissimo demone. Alla fine, dopo aver apparentemente ucciso Dante, dovrà accettare il fatto che questi, lasciato appeso ad una croce con la spada a passarlo da parte a parte, quindi legittimamente dato per morto, stesse semplicemente sonnecchiando un po', e che abbia abbastanza potere da sostenere tutti i suoi attacchi e sconfiggerlo, ricorrendo a un potere che sembrerebbe essere il Devil Trigger.
Chiamata anche Sacerdotessa, la seconda carta degli Arcani è spesso associata alla fede ed è rappresentata da un personaggio religioso femminile.
Secondo quanto raccontato in Devil May Cry 3, il cavaliere Sparda sigillò l'accesso al mondo demoniaco grazie al sangue di una sacerdotessa umana. Lady, il cui vero nome è Mary, discende da quella antica sacerdotessa. La sua presenza, insieme a Trish. dal primo capitolo, e Lucia, dal secondo, funge da riferimento alle tre donne che nella Commedia intercedono per la salvezza di Dante, vale a dire la Vergine Maria, Santa Lucia e Beatrice.
Lady è figlia di Arkham, orfana della madre uccisa dal padre per trasformarsi in demone, e a coinvolgerla nella storia è il desiderio di vendetta, spinta dal quale, grazie al suo addestramento e nonostante non sia un demone, riesce ad affrontare il viaggio nella torre di Temen-ni-gru parallelamente a Dante, che inizialmente vede come un nemico in quanto demone.

III L'Imperatrice: Eva

IV L'Imperatore: Sparda


La spada di Sparda, nella sua vera forma, è una pesante arma fatta sia di metallo che di carne, in grado di cambiare forma da spada a falce e che rilascia la sua energia attraverso lampi neri e rossi. Insieme ad essa Sparda ha posseduto almeno altre due spade, la Rebellion poi presa da Dante e la Yamato di Vergil; quest'ultima, ancor prima di essere vista in mano a Vergil nel terzo gioco (nel primo gioco Vergil è presente come Nelo Angelo e la sua arma è lo Zambato), figura nel primo Devil May Cry come arma principale di Sparda, che può essere sbloccato e usato come personaggio di gioco, mostrandosi nel suo vero aspetto; lo stesso avviene in Devil May Cry 3 e Devil May Cry 4: Special Edition (rimasterizzato per consolle di nuova generazione).
V Il Papa: Sanctus

VI Gli Amanti: Nero e Kyrie

VII Il Carro: Geryon
Sapere di avere esempi palesi e suggestivi come questo per collegare DMC e i Tarocchi è uno dei motivi che mi hanno convinto a scrivere il post: in Devil May Cry 3, nella Missione 12, Dante è in procinto di attraversare un ponte, sul quale vede già dei demoni minacciosi che lo hanno scorto e puntato. Mentre Dante si prepara allo scontro, le torce ai lati del ponte si accendono di fuoco blu, si ode in lontananza un rumore di ruote e di zoccoli, e un carro trainato da un destriero da incubo irrompe nella scena, travolge i demoni nella sua corsa e procede verso Dante per dare inizio a una memorabile battaglia.

VIII La Giustizia: Alastor


Alastor è la prima arma demoniaca di Devil May Cry, e prende il nome dal demone del folklore greco che esercita la vendetta e ripaga ciascuno secondo misura, spesso associato alla dea Nemesi, di uguale funzione; il nome Alastor è anche un epiteto di Zeus che vendica i delitti familiari e il nome di uno dei neri cavalli di Ade, prima di essere inserito nella demonologia cristiana, e un accenno a queste eredità figura nelle sue caratteristiche. Il suo potere è quello del fulmine, e permette a Dante di entrare in Devil Trigger assumendo l'aspetto di un demone elettrico, in grado di evocare anche delle ali e prendere il volo scagliando fulmini direttamente dalle mani. Nel proseguimento della missione, Dante trova un'altra immagine del Giudice della Morte, presso la quale recupera il Bastone del Giudizio, che occorre inserire nella prima effige per aprire il passaggio.
IX L'Eremita: Matier

X La Ruota della Fortuna: Ruota del destino

Il concetto di fortuna figura in Devil May Cry 2, dove Dante ha una moneta di palese ispirazione harveydentiana, che lancia, per stabilire se intervenire o meno, quando gli viene chiesto da Matier di aiutarla a proteggere Vie de Marlie da Arius e per stabilire chi fra lui e Lucia, alla fine del gioco, entrerà nel portale demoniaco per affrontare Argosax. Dante lascia la moneta a Lucia, che solo più tardi scopre che è in realtà una moneta a due facce. Dante in quest'ottica potrebbe risultare uno che vuole costruire un'immagine di sé diversa da quello che è in realtà, un bonaccione che finge di fare il duro (e Lucia, guardando la moneta, commenta "That macho!"), ma è anche un modo per dire che lui, la fortuna, se la crea da solo.
XI La Forza: Orgoglio del Leone/Vergil

La carta della Forza è anche una sede adatta per parlare di Vergil.
Vergil è spesso citato dalla community, con una certa ironia, attraverso alcune sue frasi che ne mostrano la ricerca di potere quasi compulsiva: "I need more power", "Ho bisogno di più potere", "Might controls everything", "La forza controlla tutto", e "Foolishness, Dante. Foolishness", "Follia, Dante. Follia"; quest'ultima è semplicemente simpatica, specie pensando che Vergil la pronuncia mentre estrae la spada dal corpo del fratello. E parallelamente a ciò, è uno dei personaggi più amati della saga.

Come già anticipato a proposito della storia di Dante, le strade dei due fratelli si sono divise quando uno ha scelto di schierarsi con gli esseri umani e l'altro con i demoni. Vergil, ossessionato dalla ricerca del potere, appare in Devil May Cry 3 sulla sommità della torre Temen-ni-gru, dove intende affrontare il gemello per ottenere la parte del medaglione necessario ad aprire il varco per il mondo demoniaco. La prima apparizione di Vergil nella saga, però, è precedente.

Nel corso del terzo episodio, viene così raccontato chi fosse Vergil prima di diventare Nelo Angelo; un uomo spietato, che uccide crudelmente il demone Beowulf, accecato da Dante, assassina -apparentemente- Arkham per il sospetto che abbia risparmiato sua figlia Lady per pietà, e non si ferma davanti a nulla per il potere. Dopo il tradimento di Arkham e l'apertura del portale per l'altro mondo, che modifica la struttura del Temen-ni-gru, Vergil sparisce di scena; riappare durante il combattimento di Dante contro Arkham, e in una sequenza meravigliosa -anche in termini di giocabilità- combatte insieme al fratello contro l'usurpatore di loro padre. Dopo la sua sconfitta, riaccende le ostilità con Dante per il possesso della Force Edge e dei medaglioni, e viene battuto; il portale per il mondo demoniaco si sta chiudendo, Dante tenta di salvare il fratello, ma questi, portando il medaglione con sé, si lascia cadere, ribadendo la sua scelta di eredità. Dalle lacrime di dolore di Dante per questa separazione, come vedremo tra poco, deriva il titolo "Devil May Cry".
Quanto a Vergil, un video segreto sbloccabile alla fine del gioco -se si completa la prova di uccidere tutti i demoni che compaiono durante i titoli di coda- ce lo fa vedere dopo la caduta nel mondo demoniaco: davanti a lui compaiono tre occhi, il segno del re di quel mondo. Affermando che, se Sparda è riuscito a sconfiggere un tale avversario, ne sarà in grado anche lui, Vergil si prepara ad attaccare. Il video non mostra altro, perché l'esito è noto: Vergil viene sconfitto e assoggettato, divenendo Nelo Angelo. Cosa ne sia stato di lui dopo la battaglia con Dante, resta un mistero.
XII L'Appeso: Finis, Lucia, Dante

La prima è quella dei demoni Finis, che appaiono fin dal primo livello di Devil May Cry 2 e sono i nemici di base: si tratta di scheletri chiusi in delle gabbie, criminali condannati in epoche passate, che si animano e combattono attraverso le gabbie. Le varianti sono Agonofinis, animati dall'agonia, Terreofinis, animati dal terrore, e Mortfinis, animati dalla morte.


XIII La Morte: Anticamera infernale
La morte, per certi versi, è quanto segna la storia di Dante e di Vergil, spinti verso il loro destino dopo la morte della loro madre.

L'Anticamera infernale è preannunciata dal suo strillo sinistro e si scorge solo brevemente, nei suoi spostamenti invisibili, finché non compare davanti a Dante. È simile ai Pride, ma molto più grande e potente, temibile per l'abilità di sparire attraverso dei portali e ricomparire improvvisamente per attaccare. Al termine del combattimento l'Anticamera fugge, e Dante glielo permette; scalato il Temen-ni-gru, l'Anticamera si avvicina a Vergil, che quasi senza considerarla la taglia in due con la sua katana Yamato. Nel corso del gioco, ricompaiono altre anticamere infernale, anche due per volta nelle fasi avanzate, e non vanno mai sottovalutate.
XIV La Temperanza: Vagone Temperanza

Raggiunta la sala, viene attaccato da Beowulf, un demone della luce determinato a estinguere la stirpe di Sparda, e riesce ad accecarlo ferendolo all'unico occhio buono (l'altro, possiamo supporre, l'aveva perso lottando contro Sparda); preso il generatore, Dante viene raggiunto da Jester, che lo informa di come quell'oggetto dia grande potere al suo utilizzatore, ma gli sottragga gradualmente l'anima: Dante deve così percorrere la strada che porta al Ponte Rotante, col Devil Trigger infinito ma con la barra della salute che si riduce gradualmente.
XV Il Diavolo: Argosax
Devil May Cry, come già espresso dal nome, è una storia di demoni.
I demoni sono di una varietà enorme, sì che le sole caratteristiche condivise da tutti i demoni sono l'incredibile resistenza -possono essere uccisi, ma sono necessari moltissimi danni o l'impiego di poteri demoniaci- e la non umanità delle sembianze. Per i fini del gioco, alcuni demoni sono più deboli e se ne incontrano più esemplari, mentre altri sono -o sembrano- unici nel loro genere, e svolgono la funzione videoludica di boss.

«You're crying.» «Stai piangendo.»
«It's just the rain.» «È solo la pioggia.»
«Rain has just stop.» «La pioggia ha già smesso.»
«Devils never cry.» «I demoni non piangono.»
«Maybe, somewhere in this world, «Forse, da qualche parte in questo mondo
even a devil may cry when he anche un diavolo può piangere
loses someone he loves.» quando perde qualcuno che ama.»
«Maybe.» «Forse.»
Nell'epilogo, Dante è di nuovo nella sua agenzia, che all'inizio del gioco era senza nome (si ricordi che Devil May Cry 3 è quello ambientato cronologicamente per primo), e mentre ascoltiamo Lady spiegare come conoscere Dante le abbia dimostrato che possono esistere, come gli uomini malvagi, anche i demoni buoni, scopriamo che il figlio di Sparda ha finalmente dato un nome al suo negozio, appunto, Devil May Cry.

Ad avere l'aspetto del Diavolo tradizionalmente inteso, ancor più che questo re, è il boss finale di Devil May Cry 2, Argosax. Anticamente questi era sovrano di gran parte del mondo demoniaco -difficile appurare in che rapporti fosse con l'altro sovrano-, ma venne sconfitto e imprigionato da Sparda. Viene risvegliato da Arius, antagonista del gioco, che apre il portale per l'altro mondo con i quattro Arcana; una volta entrato nel portale, Dante trova davanti a sé un essere deforme, un ammasso di materia dalla quale spuntano otto teste o busti, appartenenti a sette boss affrontati precedentemente, Furiataurus, Orangguerra, Jokatgulm, Nefasturris e Phantom, e la testa di Griffon, un boss di Devil May Cry non presente nel seguito. La battaglia contro questa forma, chiamata "Argosax il Caos" è tosta, richiedendo di sconfiggere tutte e otto le parti, ciascuna delle quali attacca con le proprie abilità. Una volta terminato, Argosax cambia aspetto, raggiungendo la forma di "Argosax Disperazione Incarnata", un essere umanoide androgino, dotato di ali e di corna, costituito da fiamme, che cambia le proprie fattezze da maschili a femminili e a seconda della forma varia i suoi attacchi. Lo scontro con Argosax, oltre ad essere molto suggestivo, dà dimostrazione del potere posseduto da Dante a quel punto: nell'animazione conclusiva, Dante scompare, lasciando Argosax guardarsi intorno disorientato finché non lo ritrova, sotto di sé, con una sola pistola levata contro di lui e senza nemmeno guardarlo, che incanala l'energia demoniaca nella sua arma e spara un raggio d'energia rossa e blu, lo stesso visto alla fine del capitolo precedente. Argosax viene distrutto.
XVI La Torre: Temen-ni-gru
La torre del Temen-ni-gru emerge dal suolo alla fine della Missione 2 di Devil May Cry 3 come un cataclisma apocalittico, e conferisce un sapore biblico a molti momenti del gioco.

XVII La stella: Stelle vitali

XVIII La luna: Luna d'onice
La luna d'onice, insieme al sole dorato, forma una coppia di oggetti necessari in Devil May Cry 3 per superare la porta della stanza del sole e della luna. Il loro potere deriva dal contrasto.

XIX Il sole: Sole dorato

Un sole e una luna sono visibili anche sulle pistole "Luce" e "Ombra", appartenute a Sparda, che le utilizza come costume sbloccabile/personaggio alternativo in Devil May Cry, e poi armi di Trish in Devil May Cry 2 e 4 (Special Edition).
XX Il giudizio: Giudice del combattimento
I giudici del combattimento sono simili a statue, presenti nel terzo e nel quarto episodio della serie, contenenti al loro interno un frammento di sfera blu. Quattro frammenti di sfera blu formano una sfera intera, che permette di allungare la barra della salute.
Per ottenere quel frammento è necessario eseguire una serie di combo in grado di salire al livello necessario, che varia a seconda delle statue e si fa più avanzato man mano che il gioco avanza.

In Devil May Cry 4 i giudici sono simili a dei naga, in quanto dotati di una coda di serpente, le loro luci sono rosse quando ad affrontarli è Dante e blu quando si trovano nel percorso di Nero; la Special Edition aggiunge anche le versioni per Vergil, Lady e Trish, rispettivamente azzurra, marrone e gialla.
XXI Il mondo: Mundus
Questa saga è ambientata, come si è visto, in due mondi. Principalmente si svolge nel mondo degli umani, che corrisponde alla Terra salvo l'avere tutti i nomi di città e di località fittizi (fra i quattro capitoli, le ambientazioni principali sono Mallet Island, Vie de Marli, la città americana ignota dove vive Dante e in cui compare Temen-ni-gru e la città europea Fortuna); nei primi tre giochi, almeno per un breve periodo, l'azione si svolge anche nel mondo demoniaco. Questo mondo ha leggi diverse da quelle del mondo degli umani, e il suo aspetto varia nel corso dei giochi; ricorre solo il suo essere separato dal mondo umano e popolato da demoni, che pur nella varietà dei loro interessi e scopi sono tutti subordinati a un unico, grande sovrano, che è l'antagonista del primo episodio e che, in quanto visibile anche nel terzo e quindi unico a ricorrere più d'una volta, può essere considerato l'antagonista principale della saga: Mundus, l'imperatore demoniaco.
Il suo nome in latino significa "mondo", ma presso gli autori ecclesiastici, in quanto contrapposto alla dimensione beata del Paradiso e dei cieli, significa "inferi".

Devil May Cry ha inizio con l'arrivo di Trish, su ordine di Mundus, all'agenzia di Dante, perché questi raggiunga Mallet Island, il luogo dal quale il demone intende aprire il portale per raggiungere il mondo degli umani, così che possa ucciderlo e vendicarsi di Sparda. Nel corso del suo viaggio nel castello di Mallet Island, Dante affronta gli emissari di Mundus -l'aracniforme Phantom, il già menzionato Nelo Angelo alias Vergil, l'uccello gigante Griffon e il blob Nightmare-, assistendo attonito a come Mundus non esiti a uccidere personalmente (nella sua forma spiritica) i suoi generali quando gli sono inutili, come accade con Griffon, fino all'incontro definitivo col re dei demoni, che assume la forma di una gigantesca statua di marmo, raffigurante un re con tre occhi. Quando il combattimento ha inizio, dopo l'apparente morte di Trish, sacrificatasi per salvare Dante, sulla statua si aprono delle crepe, e Mundus rivela la sua forma di angelo alato e luminoso -evidente riferimento a Satana come Lucifero e angelo caduto più splendente di ogni altro- trasportando Dante in una dimensione simile allo spazio profondo. Qui Dante, mosso dall'ira provocata dalla ferita di Trish, assume le sembianze demoniache di Sparda, dando inizio a una delle sequenze più grandiose, entusiasmanti e visivamente potenti che abbia mai visto in un videogioco e al di fuori di esso: Mundus viaggia nello spazio inseguito da Dante, scagliando contro di lui asteroidi e incantesimi cui il mezzo demone risponde con meteore che servono a riempire la barra del Devil Trigger, riempita la quale rilascia colpi d'energia demoniaca che prendono vita, assumono l'aspetto di un drago alato fiammeggiante e si scagliano contro Mundus. Superata questa prima fase, Mundus atterra in un'area lavica, dove Dante, ripreso l'aspetto umano, combatte usando la spada Sparda e l'aspetto del padre come Devil Trigger, fino alla sconfitta del re dei demoni.
L'evento causa un terremoto che in poco tempo distruggerà Mallet Island, costringendo Dante a fuggire. Nel corso della fuga viene raggiunto da Trish, ma Mundus, come ultimo tentativo, apre un nuovo varco per attaccare Dante, rivelando il suo vero aspetto: solo l'aspetto angelico e luminoso, Mundus è un groviglio di vermi lavici e mostruosi. Trish passa il suo potere a Dante, che incanala quello e il proprio nelle sue pistole e spara a Mundus la coppia di raggi definitiva, uno rosso e uno blu -azione che svolgerà, questa volta da solo, alla fine di Devil May Cry 2 contro Argosax- rimandandolo per sempre negli inferi, peraltro non uccidendolo neanche in quel frangente, poiché Mundus, prima di sparire, riesce ancora a minacciare il suo ritorno.
Col viaggio di ritorno di Dante e Trish si conclude il primo capitolo di Devil May Cry, e anche questo post. Il primo capitolo è probabilmente il mio preferito per estetica e tono, ma non posso negare di essere più affezionato al terzo, che ha una splendida storia e quelle caratteristiche di gameplay che sono la moderna eredità di Devil May Cry. Il secondo titolo, per quanto pieno di difetti, mantiene l'estetica gotica del primo (con una intrigante declinazione metropolitana), mentre il quarto la abbandona definitivamente, optando per motivi più moderni r offrendo però il gameplay più ricco e avanzato, insieme ad una ventata di novità grazie alla storia di Nero. Ho passato gli anni della mia adolescenza a fantasticare su un quinto episodio, e mi auguro di vederlo, prima o poi, ma anche se ciò non dovesse accadere, porto con me le esperienze e le storie di una saga originale e meravigliosa, che ha segnato il mondo videoludico e lasciato un'epica storia di guerrieri e di demoni a chi abbia il piacere di raccontarla e di ascoltarla.
Dante: «Ricordi cosa dicevamo?»
Arkham: «Non fatelo! Io...»
Dante e Vergil: «JACKPOT!»