giovedì 24 settembre 2015

Post 2 - Dualismo

Ho già parlato della storia delle due anime, così fondamentale da dedicarle il primo post. Eppure, più ci penso e più mi accorgo che il dualismo mi caratterizza in molte più cose che solo i gusti in fatto di libri o di musica (sono del segno dei Gemelli, penso sia per questo).

La prima volta che ho pensato questa cosa, diversi anni fa, è stato in una situazione bizzarra: leggevo su Wikipedia la pagina su Dante, il protagonista della serie videoludica Devil May Cry. In quella pagina c'era una parte, che ora purtroppo non c'è più, sulla psicologia del personaggio; questa psicologia nel corso dei videogiochi è stata cambiata anche bruscamente, beninteso, e sinceramente io la definirei in modo diverso, ma lì c'era scritto "si può dire che Dante sia un individuo dalla personalità alquanto dualistica, riflessivo e al contempo avventato, solitario ma anche amante della compagnia".
Leggevo questa cosa e pensavo "ma non vale lo stesso anche per me?". Perché fondamentalmente sono un solitario, ma quando mi trovo nella giusta compagnia sono a mio agio quasi allo stesso modo; rifletto molto più che agire, ma arriva sempre un momento in cui stronco la riflessione e agisco (e poi me ne pento).
Fu soprattutto per quello che cominciai a seguire Devil May Cry, a giocare tutti e quattro i titoli e il reboot anche più volte finché non sono diventati la mia terza saga videoludica preferita (certo, anche gli elementi "cappotto rosso, spade, trasformazione in demone, Heavy Metal, belle donne" hanno avuto la loro importanza).

Vedo il mondo come un coesistere di luci e di tenebre, in cui quasi tutti preferiscono la luce e alcuni le tenebre. Io rientrerei fra questi ultimi: in primo luogo, molto semplicemente, mi piace il buio, lo stare al buio, il nero. Preferisco la notte al giorno, ci sono giornate che trascorro in attesa che il sole tramonti, perché leggere al buio è sempre più evocativo (posso leggere di notte un passo che nel libro avviene di giorno e figurarmelo mentalmente con colori molto vividi, ma un passo notturno, di giorno, preferisco non leggerlo). E poi il Metal...beh, questo è scontato.
Però alle tenebre manca qualcosa. Le vedo come un sottoinsieme del giorno, e il nero è una tinta sola, anche se assorbe tutti i colori, mentre la luce è di tutti i colori. Se dovessi scegliere fra un mondo in cui è sempre giorno e uno in cui è sempre notte sceglierei il secondo, ma - qui mi ricollego al post precedente - poiché fra le due anime prediligo quella dell'epica, e poiché associo l'epica alla luce, a quel mondo di sola notte mancherebbe quell'atmosfera e sarebbe una mancanza troppo grande. Quindi dualismo tra la luce e l'ombra.

Michael Moorcock, l'autore della saga dark fantasy "Elric di Melnibonè", oltre ad avere unito Tolkien e Lovecraft (e già questo è degno di lode) ha introdotto un tòpos in questo genere, che è stato ripreso da ambientazioni molto più famose, come Dungeons & Dragons e soprattutto Warhammer: lo scontro fra Ordine e Caos. Gli dèi del Caos combattono la guerra senza fine contro gli dèi dell'Ordine, e i mortali sono le loro pedine. Oh, può darsi che poi la guerra finisca, ho letto solo i primi due dei sette racconti della saga, perché sembra che i successivi siano irreperibili sia in italiano che in inglese.
Il caos è un concetto al quale vengo associato costantemente dagli altri. Diciamo che mi piace il disordine: l'ordine mi annoia, ho continuamente stimoli verso cose diverse, la mia mente è come un serpente dalle spire aggrovigliate che, nel puntare sempre direzioni diverse, contorce ulteriormente le spire e si aggroviglia sempre di più. Diciamo anche che la stessa parola "caos" mi attira ogni volta che la incontro, in un mito, in una mitopoiesi, in Lovecraft, in Warhammer.
Eppure, dedico parecchio tempo all'ordine, schematizzando le cose che mi piacciono entro determinate categorie. Anche nel sistemare i libri negli scaffali associandoli in base ai collegamenti che hanno tra loro. Sulla base di questo e molti altri esempi più difficili da spiegare so che, nel conflitto fra Ordine e Caos, non mi schiererei a meno di potermi scindere in due e appoggiare entrambi. Quindi dualismo.

Il Ginnungagap. Non avrei sperato in un'immagine così bella.
Nella mitologia nordica (la citerò sempre, sappiatelo), il mondo nasce dall'unione delle scintille provenienti dal Múspellheimr, il mondo di fuoco a sud del Ginnungagap, il caos primordiale, e dei venti gelidi del Niflheimr, il mondo del gelo a nord. Quindi il caldo e il freddo sono due opposti necessari.
Io odio il caldo. Odio l'estate, soprattutto. Tollero bene il freddo, ma un po' di sudore mi fa dare in escandescenze. Preferisco l'inverno perché mi piace l'abbigliamento invernale (e posso vestirmi di nero) mentre quello estivo lo aborro, e lo preferisco anche per questo pensiero: gli antichi Elleni consacravano l'inverno a Dioniso, quindi alla tragedia, perché il freddo non permetteva le attività all'aperto, e così lo trascorrevano al coperto dedicandosi all'arte del raccontare storie, dell'indagine dell'anima.
Però, anche qui c'è una contraddizione, e cioè che il mio elemento preferito è il fuoco. Non penso di essere un piromane o di diventarlo, ma nel vedere una fiamma ardere scorgo qualcosa di bello e di importante; un falò è uno spettacolo. Diciamo che l'ideale per me sarebbe vivere sempre in inverno in mezzo a delle fiamme. Ancora dualismo.

Sono una delle persone più calme che ci siano, eppure sotto quella calma penso spesso a quello che non sopporto del mondo, delle persone, di me stesso, e mi viene voglia di rompere tutto.
Credo in tutto quello in cui credo, eppure ne dubito in continuazione.
Ho aperto un blog in cui scrivere di quello che mi piace e di quello che ho bisogno di scrivere, eppure penso che forse sarebbe meglio non scriverlo, perché più dai al mondo più il mondo può usare contro di te quello che gli dai. Ma cercherò di essere ottimista. Anche se razionalmente cerco di essere pessimista per prevenire le delusioni, istintivamente sono ottimista. Ancora dualismo.
A conti fatti questo dualismo mantiene una costante condizione di contrasto fra i due opposti, perché anche se fra i due ce n'è uno più influente l'altro lo sento comunque. Ed è una cosa buona, perché questo genera una sorta di equilibrio di forze che fa sì che nessuna delle due annulli l'altra e che i miei stimoli, la mia volontà, cambino e generino sempre qualcosa di nuovo, come tanti Ginnungagap interiori.

giovedì 17 settembre 2015

Primo post - Il blog delle due anime

Vedui' il'er, saluti a tutti!
Dopo la premessa del post precedente, quello che ho chiamato post 0, ha qui inizio il vero e proprio blog L'Anima del Mostro. Dato che nel post 0 è spiegato il significato di questo nome, passerò a dettagli più specifici su quali saranno gli argomenti, e soprattutto sul perché.
Questo blog nasce dal mio desiderio di condividere, in uno spazio online personalizzato secondo il mio gusto personale, riflessioni e analisi sulle cose che mi piacciono. Devo aggiungere che in tutta onestà il poter scegliere l'aspetto estetico del mio blog è uno dei motivi principali per cui ho deciso di aprirlo, e che questo aspetto, che potrebbe sembrare frivolo, fa una grande differenza, perché significa porre l'accetto sull'estetica e sul senso della bellezza (soggettivo, per carità), e quindi sulle cose che il senso comune ritiene futili e che saranno al centro di questo sito.

Un'altra idea che avevo in mente per dare un nome al mio blog era "le due anime", un concetto che ho realizzato in tempi recenti e sul quale continuo a riflettere nel tentativo di conoscere meglio me stesso: "due anime" si riferisce al fatto che le cose che mi piacciono (la maggior parte di esse) mi piacciono perché possono essere ricondotte a due categorie, due criteri che stabiliscono i miei gusti, che possono poi anche coincidere, intersecarsi, e dai quali comunque è esclusa una piccola percentuale degli argomenti che mi piacciono e che tratterò, poiché soltanto un Sith vive di assoluti: uno è quello per la grandezza, per la magnificenza, per l'epica; le grandi storie che riguardano non un solo individuo ma tanti, che trasmettono valori umani, che provocano un senso di piccolezza nello spettatore che osserva i colori dell'epos, che ascolta storie di grandi battaglie e il suono delle marce trionfali.
Da quest'anima deriva la passione per la narrativa fantasy, per la mitologia e per i poemi epici, e delle due anime questa è quella che ha più spazio, la prima inter pares.
The Keep di Richard Dorran, da deviantArt,  http://richarddorran.deviantart.com/art/The-Keep-334878354


La seconda anima invece è quella che ama, più di ogni altra cosa, l'oscurità e le tenebre, il fatto che ogni cosa abbia un'ombra, ed è portata a preferire quell'ombra al corpo che la proietta, a prediligere la versione oscura di qualcosa alla sua versione non oscura. Ama il cupo, l'inquieto, la lirica piuttosto che l'epica, lo spleen tormentato del poeta chiuso in un locale ombroso, riunito a corte con i propri demoni interiori, il silenzio cimiteriale o il fragore delle onde contro la scogliera notturna. I suoi colori sono quelli della notte e dell'introversione.
Da quest'anima deriva la passione per la narrativa dell'orrore e quella gotica, per la poesia lirica romantica e decadente. Benché sia seconda per importanza, mi caratterizza più dell'altra, dato che il mondo dei draghi e delle guerre con la spada è lontano nel passato, mentre quell'abisso oscuro sul fondo dell'animo umano c'è sempre stato e in quest'epoca, forse, è addirittura più profondo.

Questa immagine è presente su così tanti siti che stabilirne l'origine è pressoché impossibile.


Naturalmente le due cose non si escludono: chi ha letto il "Beowulf" concorderà sul fatto che il passo in cui Grendel esce nottetempo dalla sua palude per entrare nella reggia di Heorot sia decisamente cupo, e che anche nella poesia cimiteriale - il carme "Dei sepolcri" di Foscolo - ci sia spazio per il ricordo della grandezza e dell'epos. Nel caso del Romanticismo e della letteratura gotica, poi, le due componenti di cui ho parlato sono le due facce di Giano, perché quella sensibilità artistica vedeva nello stesso desiderio di infinito, il Sehnsucht, sia il Medioevo fiabesco che quello oscuro di "Notre-Dame de Paris".
Per cui il Romanticismo per me è il perfetto punto d'incontro tra le due anime.
Il secondo è il Dark Fantasy, quel genere di fantasy che si riscontra in romanzi come "Elric di Melnibonè" di Michael Moorcock (anche nella saga "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" di George R. R. Martin, dove però è un discorso più complicato e magari scriverò la mia idea al riguardo in un altro post), film come "Il labirinto del fauno" di Guillermo Del Toro, e videogiochi come "Dragon Age" e "Diablo".

Le due anime, dunque, trovano dei punti di riferimento nei miei scrittori preferiti.
Il mio scrittore preferito, e in generale il mio primo punto di riferimento per quello che riguarda gusto letterario, stile e pensiero, è J. R. R. Tolkien. In effetti, la sua opera e il suo pensiero ricorreranno spesso in questo blog. Il secondo scrittore credo sia Martin. Dopodiché c'è H. P. Lovecraft.
Tolkien e Lovecraft, entrambi creatori di un particolare sottogenere nell'ambito del fantasy e dell'horror, sono i riferimenti letterari delle due anime. Autori che hanno creato mondi pieni di sfumature e dei quali molto non è ancora chiaro, e dei quali molto ammetto di dovere ancora leggere.
Dunque il blog parlerà innanzitutto di letteratura.
Parlerà anche di fumetti, i pochi che seguo attivamente: si tratta delle storie degli eroi oscuri, gli antieroi, personaggi la cui estetica e la cui morale non è positiva per nulla, che vivono drammi umani molto più sentiti e che compiono in contesti cupi e malefici azioni che hanno il sapore dell'eroismo.

Le due anime trovano terreno, poi, nel mondo videoludico. Per molti versi, o forse solo per un'esperienza non sufficiente causata da un'impressione di ripetitività, ritengo che, nelle produzioni degli ultimi anni, il livello del fantasy sia più alto nei videogiochi che nella letteratura, con The Elder Scrolls, Warcraft e Dark Souls che hanno creato mondi secondari, come avrebbe detto Tolkien, che ritengo secondi soltanto al suo.
Analogamente, ci sono splendidi titoli oscuri/gotici/dark (parola che racchiude tutti i significati che vorrei esprimere) come la serie The Darkness. E ci sono giochi che uniscono alla perfezione i due criteri, come Darksiders o Castlevania: Lords Of Shadow.

Le due anime determinano i miei gusti musicali. E come il Romanticismo è la corrente letteraria e artistica in cui entrambi gli spiriti si manifestano, così il Metal è il genere musicale in cui avviene lo stesso.
Il Folk e il Viking Metal parlano di miti e guerre, il Gothic e il Doom di oscurità e di morte, e il Black Metal è il genere in cui le due anime coesistono ancora di più, con sottogeneri votati ora alla ricerca del passato, del furore guerriero e dei miti scandinavi (o di quelli del Silmarillion), ora all'introspezione e alla rivelazione del male che vive nell'uomo. Ma come testimonia la copertina qua sotto, nella mia collezione di dischi non mancano anche generi diversi come il Death.

Blackwater Park degli Opeth (2001)


Qualche volta parlerò di arte. Di gusto, di bellezza e di sublime.
Qualche altra volta, parlerò di filosofia. Si può andare alla scoperta del mistero dell'animo umano anche senza gli strumenti della filosofia, ma sarebbe come scendere da una montagna coperta di neve senza sci e nemmeno degli scarponi.
Scriverò di quello che mi piace e a cui dedico il mio tempo e la mia energia, cose che vedo non come passatempi, come materiale per riempire i buchi lasciati da cose più importanti, ma come le basi, come quello che per me viene prima del resto e senza il quale non mi interesserebbe farlo; come l'anima che dà senso alla vita. Perché in quest'epoca dove l'arte è penalizzata, la filosofia non conta, la fantasia è distrazione, l'orrore è la realtà e molte delle cose che ho elencato sono concepite come strumento di guadagno e non come fine, io credo ancora in queste cose e le pongo al di sopra della gretta visione materialistica in cui quello che riempie lo stomaco e il portafoglio vale più di quello che riempie la testa e il cuore. Ho ancora il desiderio di dar voce a quello che avrebbero detto gli uomini di altre epoche, o che direbbero gli uomini di altri mondi se potessero dircelo.

Pubblicherò un articolo a settimana di giovedì, o almeno questa è l'idea iniziale. Perché il blog crescerà e si evolverà, e scrivendo quello che scrivo adesso non posso prevedere tutti gli esiti. E se chi leggerà non troverà quello che gli interessa fra gli argomenti che ho elencato più in alto, che non dimentichi questo blog automaticamente, perché i post saranno più vari di quanto possa sembrare. Se poi, dopo tanto tempo, dovesse accorgersi che i suoi interessi qui non figurano completamente... ebbene, consideri che il mondo è bello perché è vario e può anche capitare di non concordare.

Pedo mellon, a minno. Dite amici, ed entrate.

Francis Stark








giovedì 10 settembre 2015

Post 0 - Nascita

Il 10 settembre 2015 nasce ufficialmente questo blog, con l'auspicio di durare quanto più a lungo possibile, un po' come desiderano quasi tutti gli esseri viventi.
L'Anima del Mostro, l'anima della creatura fuori dall'ordinario talmente aliena a coloro che la vedono da suscitare un sentimento di stupore che sfocia nella repulsione e nella paura, e che, nutrito da analoghi sentimenti provati da tante altre persone, stabilisce una condanna, uno stato che non si può discutere.
Ma il Mostro, come reagisce al proprio "essere un mostro"? Saprebbe, senza aver mai avuto nessun rapporto con creature diverse da se, di essere un mostro? O riterrebbe forse di avere lo stesso diritto alla vita e alla felicità che negli altri è legittimo?
In ogni caso, il Mostro avrà un'anima non meno complessa di quella delle altre creature che hanno un'anima. Forse gli piacerà il contrario di quello che dispiace agli altri e gli dispiacerà quello che agli altri invece piace, forse a causa della sua diversità svilupperà qualcosa di unico, che nessun altro avrebbe mai potuto concepire, e proverà un forte desiderio di condividerlo, di dare agli altri una parte di se stesso, e non ci riuscirà perché incapace di comunicare nel modo giusto, perché il suo essere mostro segna una distanza incolmabile tra lui e gli altri. Loro non lo capiranno, lui non riuscirà a trovare la pace e la realizzazione, e ciò che di bello e di nuovo sarebbe potuto nascere dal mostro andrà perduto per sempre.

Cerchiamo perciò, ogni tanto, di ricordare che il mondo non è solo luce, che non c'è solo il giorno, che l'estate prima o poi finisce e comincia l'autunno, il sole tramonta e viene la notte, e la notte è buia.
Di un buio in cui talvolta splende la luna, per ricordarci che c'è ancora del mistero in questo mondo, per ricordarci che oltre tutta questa luce, al di fuori delle Colonne d'Ercole, c'è il Paese della Notte dove dimorano le Graie e le Gorgoni, c'è Útgarðr, il mondo dei giganti, ma ci sono anche le sponde benedette di Valinor dove gli Elfi vivono in eterno, Tír na nÓg, la terra dell'eterna giovinezza. Che ci sono anche le tenebre e che non sono soltanto un male.
Con questo blog cercherò di ricordarlo.

Beowulf e Grendel in un'illustrazione di John Howe.