giovedì 15 marzo 2018

Solo in mezzo al nulla guardava la luna

Tanto tanto tempo fa, quella terra che in seguito sarebbe stata chiamata "il regno che fu" non era che una regione deserta e fredda, dove non esistevano città e dove le persone erano rare e non rimanevano mai per molto tempo, a meno di avere da compiere un'avventura, di cercare la solitudine, o di essere in rapporto con le bizzarre creature che abitavano lì. Le persone che sanno tante cose, detti saggi o maghi, e quelli che le cose non le sanno, ma le dicono per come esse erano state pensate prima di divenire quello che poi sono state in realtà -e questi sono i poeti- sostengono tutti che in quella regione la terra e la pietra possedessero delle qualità fuori dal comune, e che fossero rimaste nel modo in cui il mondo era nato, o era stato per il periodo più importante della sua esistenza, così che tutte le proprietà che avevano posseduto allora, le avevano mantenute; e quando sia i maghi che i poeti sono d'accordo su una cosa, c'è sempre da fidarsene almeno un po'. Lì e allora, dunque, nella pietra esisteva ancora la vita, negli alberi avevano posto dei pensieri, e tutto ciò che possedeva una forma era in grado, nel corso della stessa esistenza, di cambiare quella forma un numero infinito di volte.
In quel luogo, i confini tra i mondi erano molto diversi da come sono oggigiorno, e il passaggio dall'uno all'altro avveniva senza difficoltà, ogni volta che qualcuno volesse passare da una parte ad un'altra. Del resto, la maggior parte degli esseri e delle cose concordavano sul fatto che, se qualcuno o qualcosa desiderava viaggiare attraverso quei mondi, impedirglielo sarebbe stato quantomeno scortese. Accadeva pertanto che, durante l'inverno, gli abitanti di certi mondi oscuri e pieni di tenebra girovagassero tranquillamente per quella regione, cacciando e mangiando i suoi abitanti, praticando i propri svaghi, coltivando i propri amori e raccontandosi le proprie storie; quando poi l'inverno terminava, e giungeva la primavera, questi esseri se ne tornavano da dove erano venuti, sostituiti dai visitatori di mondi più luminosi e dalle abitudini differenti. Gli abitanti del luogo, peraltro, ragionavano ciascuno di testa propria, e vi erano, tra di loro, certuni che gradivano la compagnia degli esseri oscuri -complice il fatto che questi non li mangiavano-, che ascoltavano le loro storie e gliene raccontavano di nuove, e che quando l'inverno finiva li accompagnavano, oppure, se restavano, trattenuti da questa o da quella ragione, ne soffrivano la mancanza e attendevano il loro ritorno con un po' di tristezza.

CONTINUA

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