giovedì 19 novembre 2015

Preghiera della notte #2

Oggi mi ricollego al discorso con cui è partito tutto: cos'è "mostro"? Sulla base di quale criterio si stabilisce che qualcuno sia un mostro? Se indichi qualcuno come tale, non implichi che lui la pensi allo stesso modo.
Come nasce la mostruosità? Si è mostri perché è una natura che ci viene imposta, o perché qualcosa ci rende tali?
Innanzitutto, non credo che un'intera comunità di mostri, si riterrebbe mostruosa. È il fatto che ci siano tanti individui simili fra loro a decretare che un altro, diverso, sia il mostro. Se noi vedessimo un uomo con un solo occhio al centro della fronte lo chiameremmo mostro; se tanti uomini con un solo occhio vedessero me che ne ho due, chiamerebbero me mostro. Questo per dire che non c'è un criterio universale che stabilisca che qualcuno sia, da qualunque punto di vista lo vediamo, un mostro, senza la possibilità che esista almeno una situazione in cui non lo è.

Non intendo, nella maniera più assoluta, dire che dei terroristi che uccidono più di un centinaio di persone innocenti intente a vivere le loro vite non siano creature aberranti.
Intendo dire che, se ci riteniamo disposti a fare a qualcuno la stessa cosa, non siamo migliori.
Ho letto tantissime cose stupide in questi giorni, su Internet, oltre a sentirne di persona. E mi viene in mente un pensiero: la Seconda Guerra Mondiale è finita settant'anni fa, e l'Occidente (definizione data con tutta la delicatezza che occorre) non ha più visto conflitti sul proprio territorio. La guerra però è continuata altrove, continua ancora, tutti i giorni ne sentiamo parlare e la viviamo, comunque, come una cosa lontana che non ci sfiora: per questo, gli attentati che sono avvenuti in Francia quest'anno ci turbano così tanto. Non sto qui a discutere se sia giusto o meno reagire così quando dei morti degli altri paesi non ci preoccupiamo; il mio pensiero è che se adesso ci ritrovassimo coinvolti in una guerra, sarebbe la prima guerra che viviamo con i social network, e ciò sarebbe a dir poco grottesco.
Penso a questo perché sono turbato dalla gente che scrive di guerra, di ucciderli tutti, che fa esattamente ciò che i terroristi si aspettano che facciamo. La storia non ci ha insegnato nulla? Non sappiamo che ogni "chi mi ha fatto del male deve pagare" si trascina dietro un sacco di vittime che con quel male non c'entrano nulla, e che raccoglie cadaveri da ambo le parti? Evidentemente no, evidentemente chi scrive oggi è troppo lontano dalle sofferenze che ci hanno preceduto - e indifferente nei confronti di quelle attuali, ma lontane - per ragionare un minimo e usare il buonsenso.

C'è un'altra cosa che voglio includere nella mia preghiera.
La mancanza di obiettività: ognuno vede in questi fatti una prova di quello che vuole credere.
Chi odia l'Islam, vede una prova del fatto che i musulmani siano una feccia da estirpare, e se ne convince ulteriormente.
Chi odia le religioni, vede una prova del fatto che le religioni condizionano gli uomini e li predispongono a scannarsi fra di loro, e se ne convince ulteriormente.
Chi odia il Rock, vede nel fatto che al Bataclan suonassero gli Eagles Of Death Metal l'impronta digitale del demonio in questo evento...oh no, scusate, quello è un altro blog.
Per quanto tanti l'abbiano già detto, voglio unire la mia voce alle loro: la religione, in quello che è successo, non c'entra. Ci sono dei fini che riguardano ben altro, obiettivi economici, il mantenimento di uno stato appena fondato da un popolo abituato a migrare di volta in volta e che questa volta non vuole, trattative con potenze di tutto il mondo incluse quelle con le quali stanno combattendo, intrecci talmente vomitevoli da far perdere la fiducia nel genere umano a chi ancora ne avesse...no, non è per la religione. Neanche le crociate furono per la religione.
E l'Islam, con i versetti del Corano sul fatto che uccidere una persona è come uccidere l'umanità intera, e i versetti in risposta sull'uccidere gli infedeli...indipendentemente da cosa dica (nella mia esperienza prima di giudicare un libro è meglio leggerlo tutto) ci sono tante persone devote all'Islam che riescono a vivere nei paesi occidentali senza fare del male a nessuno, condividendo le proprie diversità con quelle delle persone di fede differente. Queste sole persone non bastano come prova del fatto che quella non sia per forza un religione violenta?
Non è asfissiante vivere in un paese in cui il cittadino medio non si scomoda nemmeno a riflettere bene sulla situazione in cui vive, ma pensa in maniera pressapochista giungendo a conclusioni affrettate...e in cui tantissimi membri del governo hanno la stessa identica forma mentis e predicano gli stessi ideali razzisti, imprecisi e pericolosi della massa ignorante?

Cosa propongo io? Io ammetto di non sapere cosa proporre, perché vedo esiti drammatici qualunque decisione si prenda; ma mi piace pensare che, almeno, il buonsenso di non scrivere idiozie spacciandole per i pareri di un esperto, come a molti piace fare ultimamente, quello ce l'abbia e valga la pena consigliarlo anche ad altri.

1 commento:

  1. Condivido ogni tua parola.
    Non ho mai letto il Corano ma in molti passi della Bibbia,che ho letto solo parzialmente,ci sono episodi di grande efferatezza.
    Se decontestualizzati,alcuni passi biblici potrebbero essere travisati e interpretati come un invito ad uccidere.
    Il tuo sgomento è il mio e la paura che ci vorranno anni e molte vittime prima di estirpare questo brutto male si è annidata dentro di me.

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